

Comincio col raccontarvi un po' del Congo, visto che Cris mi ha chiesto di parlare di questo paese.
Ci sono stata dal marzo 1995 al giugno 1997, quando abbiamo dovuto lasciare precipitosamente il paese in piroga (sì, a remi, per giunta) perchè è scoppiata la guerra civile.
Il Congo è stato un paese molto importante per me a livello personale perchè è lì che ho fatto il mio secondo figlio (l'ho concepito nel deserto namibiano... tenuto in pancia in Congo fino al settimo mese di gravidanza, partorito in Italia). A Brazzaville, che chiamo affettuosamente Brazza, credo di aver stretto alcuni dei rapporti umani più profondi.
Brazzaville è una bella città. Oddio, bella. Come molte capitali africane è un misto di quello che han lasciato i colonizzatori e il prodotto di una crescita caotica, disordinata.... Ci convivono grand hotel, palazzoni, e mansioni dei tempi andati, con mercati coloratissimi, e case di fortuna.....
Quando ci siamo installati c'era già nell'aria un po' della tensione che poi sarebbe sfociata nella guerra civile del 97, ma noi ci siamo trovati bene. Vivevamo nel quartiere dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che all'epoca aveva lì la sua sede regionale. Era un gran bel quartiere, pieno di verde, di belle case (ma non pretenziose, a parte alcune), di circuiti per le biciclette. La nostra casa era bellissima e aveva anche una piccola piscina (prima e ultima volta che ho avuto una piscina in vita mia), ma quello che più colpiva era la vista. Le vetrate della sala davano infatti sul fiume Congo, oltre al quale si vedeva Kinshasa, la capitale dell'allora Zaire. Per più di due anni io mi sono svegliata al mattino e ho lasciato vagare lo sguardo su quel fiume possente e sinuoso al tempo stesso, e quando ci ripenso mi commuovo ancora
